LA PROGRAMMAZIONE AI TEMPI DEL XIX SECOLO

La macchina da scrivere è la madre della tastiera dei computer, strumento vitale per i programmatori.

La prima realizzazione è del 1575, quando il veneziano Francesco Rampazzetto progetta un congegno meccanico con caratteri in rilievo che consente i ciechi di comunicare per iscritto.

Il pavese Piero Conti di Cilavegna nel 1823 realizza il tacheografo, nome che in greco significa “che scrive in fretta“.

Il novarese Giuseppe Ravizza nel 1846 crea il “cembalo scrivano”, brevettato nel 1855.

Negli USA è Christopher Latham Sholes, a creare un esemplare con la disposizione dei tasti più funzionale.

La Remington, azienda bellica, nel 1874 produce i primi 1000 esemplari della “Qwerty”, chiamata così dalla sequenza delle prime sei lettere da sinistra, la stessa sequenza che si trova su molte tastiere, comprese quelle della Apple!

Camillo Olivetti infine presenta nel 1911 il suo primo modello all’Esposizione universale di Torino.

Dopo decenni di onorato servizio come strumento di lavoro per eserciti di dattilografe, il computer la manda in pensione, nonostante il fatto che nel tempo lei sia diventata sempre più bella, portatile, elettrica e funzionale.

Oggi solo alcune piccole fabbriche cinesi continuano a produrla, per clienti molto speciali: i servizi segreti di vari paesi, a cominciare da Mosca, che continuano a usarla perché a prova di hacker!